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www.siena-agriturismo.it/soffioni_di_larderello.htmIl Museo della Geotermia di Larderello, attraverso plastici, antichi strumenti di perforazione e immagini, consente al visitatore di comprendere la geotermia, la sua evoluzione tecnico-industriale e l’evoluzione della ricerca in questo settore. Consente la visita alla centrale geotermoelettrica, alle manifestazioni naturali e al Soffione.
La storia dell’energia geotermica in tutti i suoi aspetti, dalla ricerca alla perforazione ai diversi sistemi di utilizzazione del fluido geotermico per produzione di energia elettrica, termica e meccanica. Modellini e attrezzature originali ripercorrono la storia della perforazione. Il Museo è stato fondato dalla Larderello Spa alla fine degli anni ‘50 . Una sua visita è l’occasione per conoscere un territorio suggestivo nel cuore della Toscana rurale. Ecco le cose da vedere.
Piazza Leopolda
Era ed è il centro della fabbrica. Uffici, abitazioni e chiesa si affacciano sulle colonne con i busti del Granduca Leopoldo II°, che proseguendo la politica dei suoi predecessori tesa alla valorizzazione dei prodotti naturali della Toscana considerò sempre con benevolenza l’industria Boracifera, e del fondatore Francesco De Larderel e di sua moglie Paolina.
Sala Plastici
Una serie di tabelloni spiegano con foto e schemi la genesi della geotermia, i metodi di ricerca, la perforazione e i vari sistemi di sfruttamento di questa forma di energia. Due plastici di Larderello, uno del 1860 l’altro degli anni ‘90, mostrano la trasformazione avvenuta in 150 anni di sviluppo dell’industria. Quattro modelli in scala di centrali, Larderello 3 (1950), Gabbro (1969), Radicondoli (1981) e gruppo da 20MW unificato (1990) evidenziano l’evoluzione di questo tipo di impianto.
Lagone coperto
Rudere di un lagone coperto costruito nel 1875, serviva come separatore: dal basso veniva raccolta l’acqua, nella parte superiore un tubo raccoglieva il vapore che andava ad alimentare i sistemi di riscaldamento di caldaie ed edifici dove avveniva l’essiccazione dei sali di boro.
Centrale Valle Secolo
Entrata in esercizio nel 1991, è equipaggiata con due gruppi (turbina, alternatore, condensatore) della potenza nominale di 60 MW ciascuno. Le due turbine possono lavorare a pressioni comprese tra i 5 ed i 12 bar con portata massima di fluido di 450 t/h. L’acqua di raffreddamento del condensatore è fornita da due batterie di torri di raffreddamento a circolazione forzata ciascuna composta da 8 celle.
Pozzo dimostrativo
Perforato nel 1956, il pozzo è profondo 740 metri tubato sino alla profondità di 599,35 m con casing di diametro 9″5/8. Terreni attraversati: complessi alloctoni in facies di Flysch (Giurese-Cretaceo) sino alla profondità di 580 metri, quindi scisti, quarziti e conglomerati a matrice quarzosa del Verrucano (Trias superiore). Portata circa 15 tonnellate ora.
Manifestazioni naturali
Tutta l’area boracifera era interessata da imponenti manifestazioni naturali: fumarole, lagoni, geysers, ecc, sulle quali sorsero le varie fabbriche per l’estrazione dell’acido borico. Con la perforazione di pozzi sempre più profondi le manifestazioni si sono progressivamente ridotte come numero e come importanza. Rimangono solo lungo il fascio di faglie che, nell’area tra Sasso e Monterotondo, mettono a contatto i terreni della copertura alloctona con quelli della Serie Toscana. In questa zona si trovano ancora alcuni lagoni, sorgenti di acqua calda, fumarole ecc. Interessante è notare come ai margini delle manifestazioni vegetino rigogliosamente erbe, arbusti e alberi di alto fusto quali castagni e sughere.